Il tempo che il lavoratore perde per indossare gli abiti da lavoro è lavoro in senso stretto e quindi va pagato?
Secondo il datore di lavoro la risposta è no: nel corso della vestizione i dipendenti non sono sottoposti al potere datoriale, mentre solo con l'inizio effettivo del turno sono sottoposti ai superiori gerarchici.
Per rispondere però alla domanda occorre fare riferimento al contratto collettivo applicato.
In particolare occorre rilevare se:
1) il lavoratore ha la facoltà di scegliere il tempo e il luogo dove indossare la divisa (al limite anche presso la propria abitazione) prima di recarsi al lavoro;
2) oppure, l'attività è svolta in azienda, è diretta dal datore di lavoro che ne disciplina tempo e luogo.
Nel primo caso il tempo non è retribuito, nel secondo si. Insomma, la fase "preparatoria" del lavoro - tra cui rientra a pieno titolo il tempo necessario a indossare la divisa aziendale - deve essere ugualmente retribuita, in quanto fa parte del lavoro nel suo complesso.
(C. Cass., sez. Lav. - Sent. n. 19358/2010).
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giovedì 18 novembre 2010
Il "tempo tuta" deve essere considerato lavoro retribuito?
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