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giovedì 19 maggio 2011

Legge “Bossi-Fini” sull’immigrazione bocciata dalla Corte di Giustizia dell’Unione: la detenzione del clandestino che non rimpatria è illegittima.

Corte di Giustizia UE, sezione I, 28 aprile 2011, C-61/11


La Corte di Giustizia dell’Unione Europea ha travolto la legge “Bossi-Fini” sull’immigrazione, laddove stabilisce la reclusione del clandestino che permane illegalmente nel territorio dello Stato a fronte di un’espulsione o di un respingimento disposto per ingresso illegale nel territorio nazionale (art. 14, c. 5-ter, D.Lgs. n. 286/98),
in quanto contraria alla politica in materia disposta dall’Unione e rilevando, inoltre, il mancato recepimento della Direttiva 2008/115.

Secondo i Giudici europei la norma italiana confligge con la direttiva perché non prevede la concessione di un termine alla partenza volontaria del clandestino tra i 7 e i 30 giorni e perché prevede la pena detentiva del clandestino che non ottempera al respingimento o all’espulsione dovendo invece continuare ad adoperarsi per dare esecuzione alla decisione di rimpatrio.
Nel comminare la reclusione la norma ritarda, invece, l’esecuzione della decisione di rimpatrio violando sia i principi di proporzionalità ed efficacia nonché vanificando l’obiettivo dell’effettivo allontanamento.

La Direttiva, invece, prevede che il trattenimento dello straniero deve avvenire in appositi centri di permanenza temporanea ovvero, solo in mancanza dei suddetti, in istituti penitenziari separati dai detenuti ordinari, ma è vietata la reclusione.

Spetterà, adesso, al giudice italiano applicare le disposizioni del diritto dell’Unione e assicurarne l’efficace, disapplicando ogni disposizione del D.Lgs. n. 286/98 e attuando, invece, la Direttiva europea.

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