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lunedì 20 febbraio 2012

Assegnazione di azioni proprie a titolo di dividendo


Con la Ris. n. 12/E del 7 febbraio 2012 l'Agenzia delle entrate torna ad esaminare il trattamento fiscale dell'operazione di assegnazione di azioni proprie da parte di una società ai propri soci, azioni proprie che figurano nel bilancio della società tra le poste dell'attivo patrimoniale conformemente a quanto prescritto dai principi contabili nazionali.

La fattispecie era già stata oggetto della Ris. n. 26/E del 7 marzo 2011, nella quale era stato chiarito che l'assegnazione di azioni proprie è assimilabile, sul piano fiscale, ad un aumento gratuito di capitale mediante passaggio di riserve a capitale nei limiti in cui le predette riserve trovino capienza nello stesso e, per l'eccedenza, una distribuzione di dividendi.

Tale impostazione viene ora confermata dall'Agenzia delle entrate, che non ha ritenuto di poter condividere quanto proposto dal soggetto istante, secondo il quale l'assegnazione di azioni proprie dovrebbe essere considerata una operazione di natura patrimoniale che non produce effetti reddituali in capo ai soci assegnatari; ad avviso dell'Agenzia delle entrate l'assegnazione di azioni proprie risulta difatti assimilabile, ai fini fiscali, ad un aumento gratuito di capitale mediante passaggio di riserve a capitale. In questo senso, nell'ipotesi di azioni acquistate sopra la pari, solo la quota di riserva corrispondente al valore nominale delle azioni assegnate deve considerarsi trasferita a capitale sociale, mentre l'eventuale eccedenza di utili che non trova capienza nel capitale sociale (eccedenza che emerge nell'ipotesi in cui il capitale sociale, per effetto di operazioni poste in essere dalla società in epoca antecedente sia già costituito in tutto o in parte da utili pregressi) rappresenta una distribuzione di dividendi.

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